I creoli portoghesi in Africa: tra passato e futuro della lingua portoghese
Come sesta lingua parlata al mondo e presente come lingua ufficiale e veicolare in quattro dei cinque continenti, il portoghese, lingua storicamente coloniale, ha tutte le carte in regola per presentarsi sempre di più come lingua del futuro.
È sicuramente la presenza portoghese in Africa quella meno conosciuta e studiata. Come lingua dalla storia coloniale, nel continente africano il portoghese è lingua ufficiale in ben cinque Stati: Guinea-Bissau, Angola, Mozambico (per l’Africa continentale) e nell’arcipelago di Capo Verde e nelle isole di São Tomé e Príncipe.

Non a caso, interessante per la vitalità della lingua portoghese è, inoltre, la questione dei creoli africani di base portoghese, lingue naturali, analitiche, dal lessico ridotto che si formano in circostanze particolari, risultanti dalla necessità di comunicazione tra individui di una stessa comunità.
Ma come si formano i creoli di base portoghese in Africa?
Sul piano linguistico, inizialmente il bisogno immediato di comunicare dei coloni con le popolazioni locali favorisce lo sviluppo di forme di linguaggio ibride, di incontro. Il dominio politico, economico e sociale del Portogallo fa sì che, successivamente, sia il portoghese la lingua di riferimento: in una comunità multilingue, infatti, la lingua socialmente funzionale diventa inevitabilmente anche quella dominante.
In tal senso, a partire dal XVI secolo, l’uso del portoghese non si limita ai solo contatti con le popolazioni locali, ma diventa una lingua commerciale rilevante, delineandosi come “lingua franca”, fondamentale per l’intercomprensione in Asia e in Africa, usata per l’amministrazione, per il commercio e per la comunicazione tra le varie potenze europee.

Successivamente l’evoluzione linguistica nei differenti territori colonizzati non sarà omogenea. In alcuni casi, come quello del Brasile, la lingua portoghese riesce ad importarsi (sostenuta anche da un gran numero di parlanti), dando così origine ad una variante definita del diasistema. In altri casi, come quelli di comunità multilingue, le lingue ibride si consolidano fino a diventare lingua materna per le nuove generazioni e dando origine ai creoli di base portoghese.
Ciò accade principalmente in contesti in cui il modello portoghese non fu vincente e la lingua iniziò a perdere funzionalità rispetto agli altri dialetti locali. Da citare i territori dell’Angola e del Mozambico, in cui, secondo gli studiosi, il portoghese si deve quasi considerare come una lingua straniera, che si inserisce in un contesto già di per sé molto eterogeneo a livello linguistico. Nonostante sia lingua madre di molti angolani, ad esempio, per la maggioranza della popolazione il portoghese è una seconda lingua, con funziona di lingua veicolare20. In Mozambico invece, secondi i dati del 1997, il 39,6% della popolazione parla portoghese e solo l’1%, secondi i dati del 1980, era madre lingua portoghese.
I creoli portoghesi in Africa: tra passato e futuro della lingua portoghese. Ma cosa si intende?
Storicamente, le politiche linguistiche, storicamente, hanno giocato un ruolo fondamentale nella formazione del portoghese. A partire dal 1975, con l’indipendenza della maggior parte dei Paesi coloni di lingua ufficiale portoghese, la gestione politica si amplia, passando da una tradizione centenaria di bipolarità luso-brasiliana ad una multipolarità, principalmente africana.
Nel contesto africano, i paesi di lingua portoghese esercitano un’influenza sempre maggiore sul Continente sia come esempi di buon governo sia a livello economico. In particolare, Angola e Mozambico aspirano ad avere sempre più influenti in Africa, in virtù della loro dimensione economica e geografica. Tale assetto geografico si ripercuote, a livello strettamente linguistico, in un basso livello di entropia, concetto teorizzato da Calvet, secondo cui l’entropia non è associata al numero di parlanti di una lingua nel mondo, quanto piuttosto al modo in cui sono diffusi nei territori in cui si parla la lingua in questione. Sul piano geografico, infatti, l’influenza globale del portoghese è paragonabile solo a quella dell’inglese, in quanto, a differenza dello spagnolo, estende la sua presenza a tutti i continenti, con particolare enfasi sul continente africano.
Proprio per il suo multiculturalismo, il portoghese si esalta come un eccellente spazio plurale di identificazione culturale: è stupefacente come dall’affascinante Brasile al piccolo Portogallo, passando per le Azzorre e Madeira e per gli sperduti angoli di Africa, la lingua portoghese unisca realtà così lontane.
La situazione portoghese, che è stata appena descritta, presenta quindi un potenziale che nessun altro paese di queste dimensioni ha.