I nostri consigli letterari di gennaio. Niebla di Miguel de Unamuno: il dubbio della realtà
Tra i maggiori rappresentanti della Generazione del ’98 e riconosciuto come uno tra i più grandi scrittori della letteratura ispanica, Miguel de Unamuno pubblicò Niebla, suo capolavoro, nel 1914.
Si tratta di un romanzo con uno stile e una scrittura particolari e un carattere intimista, di riflessione esistenziale e introspettiva, che fanno sì che non rientri nei canoni del classico romanzo. Proprio per questo, sarà proprio l’autore stesso a identificare Niebla all’interno di un nuovo genere letterario, quello della “nivola”, definita così da Unamuno
También de una novela, como de una epopeya o de un drama, se hace un plano; pero luego la novela, la epopeya o el drama se imponen al que se cree su autor. O se le imponen los agonistas, sus supuestas criaturas. Así se impusieron Luzbel y Satanás, primero, y Adán y Eva, después, a Jehová. ¡Y esta sí que es nivola, u opopeya o trigedia! Así se me impuso Augusto Pérez. (…) Esta ocurrencia de llamarle nivola –ocurrencia que en rigor no es mía, como lo cuento en el texto– fue otra ingenua zorrería para intrigar a los críticos. Novela y tan novela como cualquiera otra que así sea. Es decir, que así se llame, pues aquí ser es llamarse. ¿Qué es eso de que ha pasado la época de las novelas? ¿O de los poemas épicos? Mientras vivan las novelas pasadas vivirá y revivirá la novela. La historia es resoñarla

“Nivola” è un neologismo letterario, deformazione del nome novela (romanzo in spagnolo). E’ una nuova idea di romanzo, non più imbrigliato da regole, un genere aperto che vede nel dialogo l’unico modo di poter rendere reale quello che in realtà non è e che, per questo, è impossibile presentare attraverso un linguaggio descrittivo.
È proprio attraverso il dialogo con sé stesso che il protagonista va alla ricerca del suo Io dando vita, quindi, ad un flusso di coscienza. Unamuno considera, infatti, il pensiero come un processo che si realizza nell’espressione del linguaggio

Niebla è il romanzo dell’assurdo esistenziale, dell’uomo perso nell’angoscia di una vita senza scopo.
Ma la realtà è veramente reale?
Figure fittizie si presentano fin dalle prime pagine in cui si delinea una scrittura che comprende non solo la riflessione sul ruolo dell’uomo e sulla sua reale esistenza, ma anche un gioco di parole che modella il titolo stesso e il genere letterario che l’autore sta sperimentando.

La scelta di etichettare il genere nella “nivola”, attraverso il personaggio-prologhista Victor Goti, ha come fine quello di sfuggire ad un eventuale paragone con altre opere da parte della critica. Lo stesso Victor Goti è una figura fittizia, così come Unamuno, quando si inserirà all’interno del testo in una conversazione con Augusto Pérez, il protagonista.
L’impossibilità di definire l’autore
Il gioco di finzione che mette in atto Unamuno spinge il lettore a chiedersi chi sia il reale autore del testo.
Victor Goti sta scrivendo la “nivola” che è esattamente l’opera che il narratore, fittizio e portavoce dell’autore, sta presentando. Dietro il narratore c’è il reale autore che è lo storico scrittore Unamuno.

C’è quindi una duplicazione che solo il lettore può risolvere in quanto è l’unico ad essere reale insieme al sentimento che prova nell’atto della lettura. Di conseguenza, anche il tempo e lo spazio dell’esistenza “nebulosa” di Augusto e del narratore sono fittizi e le due correnti si mantengono separate fino ad arrivare ad un momento cruciale che è il dialogo tra i due.
Quando l’autore decide di distruggere il suo personaggio, impedendogli di suicidarsi, è per dimostrare che egli non è altro che un personaggio di un’opera e, in quanto tale, è privo del libero arbitrio.
Unamuno penetra nell’universo fittizio da lui creato e cerca di trasformarsi in personaggio affermando il suo potere nel prendere la decisione finale.
La complessa struttura e il “gioco del labirinto”
Niebla non è solo il racconto di una vicenda che vede come protagonista Augusto e il suo innamoramento per Eugenia. L’opera presenta infatti storie intercalate che si riferiscono a fatti e personaggi svincolati dall’azione principale. ma pertinenti in quanto ciascuna di queste storie illumina la psicologia del protagonista, annuncia avvenimenti futuri e facilita la fusione tra il mondo reale e quello fittizio.

La caratteristica del testo è il suo “gioco del labirinto”, dove ogni capitolo ha un ruolo importante nella costruzione di una struttura complessa in cui la fine non è altro che un punto di ricongiungimento con la realtà testuale del protagonista e di colui che scrive di fronte al lettore.
Augusto che s’inserisce nei sogni di Unamuno non rappresenta altro che una nuova incertezza sulla realtà e quindi ci si chiede: ma un sogno è veramente solo un sogno o è la realtà? Cosa definisce la separazione tra realtà e finzione?
“Il sogno di uno solo è l’illusione, l’apparenza; il sogno di due è già la verità, la realtà. Cos’è il mondo reale, se non il sogno che tutti sognano, il sogno comune a tutti?”
Augusto lotta per la propria vita, la sua vita è finzione, ma è comunque sua. Nella sua disperazione, il personaggio di Augusto annuncia ai lettori che anche loro moriranno e che l’opera è, in fin dei conti, una metafora dell’esistenza umana.
A questo punto anche il lettore, che credeva essere l’unica figura reale in questo viaggio nella finzione, si rende conto che anche egli stesso dovrà mettere in dubbio la sua esistenza.
Di Roberta Gasbarrone