¿Español o castellano? Questo è il dilemma

La storia linguistica della penisola iberica ha sempre posto l’interesse sulla questione della scelta tra spagnolo e castigliano per definire la lingua ufficiale. Ancora oggi molti s’interrogano se ci siano differenze e quale termine eleggere.

Ultima occasione è stato il dibattito durante la 92esima edizione degli Oscar (2020) quando, al momento di interpretare “Into the Unknown” di Frozen 2, la cantante spagnola Gisela e la messicana Carmen Sarahí vennero presentate come cantanti in castigliano e spagnolo riportando alla ribalta la discussione. 

Ma qual è l’origine del dibattito? 

Sebbene da sempre la questione si inserisca tra le domande più frequenti in merito ai dubbi linguistici, questo “dilemma” può essere sciolto facendo qualche passo indietro nella storia. 

Con la presenza dei Romani tra il III e il I secolo a. C. si impose il latino che, pian piano, si diffuse risentendo anche di influenze linguistiche di altri popoli, tra cui i Mori, che invasero la penisola nei secoli successivi.

La lenta riconquista dei territori occupati dai musulmani diede origine alla frammentazione dell’unità latino-volgare mantenuta dal regno ispano-gotico e all’emergere di cinque diversi dialetti romanzi tra cui il castigliano.

Sotto il regno dei Re Cattolici la lingua castigliana divenne veicolo di comunicazione per tutti i territori della Spagna e per il suo maggior prestigio fu adottata come lingua letteraria.

Con la Scoperta dell’America nel 1492 e la sua colonizzazione si aprirono le porte all’espansione del castigliano in un’ampia area geografica. Fondamentale e significativa fu la pubblicazione de “La Gramática de la Lengua Castellana” nel 1492 di Antonio de Nebrija, primo tentativo di codificazione della lingua castigliana e primo esempio di grammatica di una lingua moderna. 

Proprio dall’America deriva il termine “spagnolo” in riferimento alla lingua parlata e imposta dai coloni di Spagna. Il ruolo dominante svolto dalla Spagna nell’Europa del XVI secolo ha accresciuto il prestigio del castigliano e già nel 1700 si contavano 6 milioni di locutori spagnoli nel mondo divenendo, inoltre, ufficiale nel regno spagnolo. 

Cosa dicono le fonti? Letteratura, dizionari e scritti politici a confronto

In seguito alla riunificazione dei territori sotto la corona dei Re Cattolici, il Diccionario de la Academia nella sua edizione del 1924 modifica la denominazione di Lengua Castellana in Lengua Española poiché la seconda da un’idea di unificazione anche linguistica riconoscendo altresì i vari dialetti ma come facenti parte dello spagnolo e non riconosciute, quindi, lingue autonome.

Il 6 Luglio del 1929 la Constitución de la Monarquía Española nell’Art. 8 stabilisce il castigliano come lingua ufficiale. Ciò sarà ribadito nella redazione dell’Art. 4 della Costituzione del 1931 e in occasione della quale si discusse sul termine che indicasse in maniera completa la situazione linguistica della penisola iberica.

Tra i sostenitori del termine “spagnolo” Miguel de Unamuno afferma che il castigliano è una lingua già costruita e, al contrario, lo spagnolo è una lingua in costruzione a cui partecipano i vari letterati e che tiene in considerazione i dialetti regionali spagnoli.

La Costituzione redatta nel 1978, dopo la dittatura franchista stabilisce però, nell’Art. 3, il castigliano come lingua ufficiale e i dialetti come lingue relegate al solo uso regionale.

Questo continuo dibattito interessò molti letterati.

Tra essi incontriamo Amado Afonso con “Castellano, español, idioma nacional: Historia espiritual de tres nombres” del 1938 in cui analizza le diverse denominazioni che la lingua ha ricevuto dalle sue origini come sistema linguistico differenziato dal latino fino ai giorni nostri. L’autore descrive una storia di tensioni che hanno a che fare con il modo di intendere una lingua in ogni epoca basata su credenze.

Sarà il filologo spagnolo Rafael Lapesa nel 1985 con “Historia de la lengua española” a chiarire, fin dal titolo, la sua posizione in merito. Egli afferma, infatti, che a rendere più adeguato il termine “spagnolo” entrano in gioco due fattori: fuori dalla Spagna la denominazione appropriata per rappresentare la lingua della nazione era Lengua española, all’interno della Spagna aragonesi e andalusi si sentivano parte di una lingua che non era castigliana ma spagnola.

Le opere di consultazione hanno giocato un ruolo fondamentale per una definizione più consona cercando di mettere a tacere la discussione linguistica. La RAE, fondata nel 1713, inizia nel 1923 a parlare di “lingua spagnola” per intitolare sia la sua grammatica che l’ortografia e il suo dizionario, nonostante fin dalla sua fondazione avesse utilizzato il castigliano come denominazione. 

Nel 1931 la Academia Argentina de Letras definisce corretti entrambi i termini ma secondo un uso differente: “castigliano” per riferirsi al dialetto di Castiglia prima dell’unificazione e “spagnolo” la lingua che da allora porta in sé, insieme al vecchio tronco, i molti contributi che altri popoli della Spagna e dell’America hanno apportato al castigliano.

Secondo il Libro de estilo de ABC nella sua prima edizione del 1992 la definizione di spagnolo è la seguente: “lo spagnolo o il castigliano saranno usati in modo intercambiabile per designare la lingua comune della Spagna e delle Repubbliche ispano-americane. Quelli che parlano la lingua sono ispanofoni, non spagnoli.”

Infine, nel 2005 il Diccionario panhispánico de dudas afferma:

“Il termine spagnolo è più raccomandabile perché non è ambiguo, dato che si riferisce in modo univoco alla lingua parlata oggi da quasi 400 milioni di persone. È anche il termine usato a livello internazionale (Spanish, espagnol, Spanisch, spagnolo, etc.) […] è preferibile riservare il termine castigliano per riferirsi al dialetto romanico nato nel Regno di Castiglia durante il Medioevo, oppure al dialetto spagnolo attualmente parlato in questa regione.”

Ora, una volta che il lettore è stato informato della formazione e dell’influenza culturale e storica della lingua della penisola iberica, il dubbio rimane: spagnolo o castigliano?

Attualmente entrambe le parole sono sinonimi e ugualmente valide. Sappiamo che, comunque, è uno degli argomenti che non lascia soddisfatto nessuno e che creerà nuove discussioni.

Il reel ( https://www.instagram.com/reel/CVQHb_loOLo/?utm_source=ig_web_copy_link ) pubblicato sulla nostra pagina Instagram vi aveva già invitato ad interrogarvi e mettervi nei panni di coloro che ancora oggi portano avanti la discussione cercando di darne una soluzione. Come fare?

Nel presente articolo vi abbiamo dato tutti gli strumenti per una riflessione sul tema. Cosa ne pensate?

di Roberta Gasbarrone

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