Come consiglio letterario per il mese di maggio, vogliamo partire da una giornata dedicata alla letteratura.
Il 1° Maggio viene celebrato il Giorno della letteratura in Brasile.
Una giornata specifica per onorare la diversità degli autori e delle opere prodotte nel paese è un riconoscimento di un elemento culturale fondamentale per la costruzione dell’identità di una nazione. Un’occasione, quindi, per riflettere sulla storia della letteratura brasiliana, sulla sua evoluzione e per far conoscere i suoi autori classici, così come per incoraggiare la lettura di opere di scrittori contemporanei.
Perché è stata scelta questa data?
“O dia da literatura brasileira” si celebra il 1° maggio perché in quella data, nel 1829, nacque lo scrittore José de Alencar, autore di innumerevoli opere che sono diventate classici della letteratura nazionale. La scelta del giorno di nascita di questo scrittore per commemorare l’importanza di tutta la letteratura brasiliana è dovuta soprattutto all’impegno di José de Alencar nel dar vita ad un insieme di opere autenticamente brasiliane, con trame incentrate su temi nazionali, ambientate in zone rurali e urbane, in un contesto culturale indigeno e usando una lingua che si identificasse il più possibile nel portoghese brasiliano. Questo progetto nazionalista portato avanti dall’autore, fu anche la principale bandiera del Romanticismo brasiliano.
Chi era José de Alencar?
José de Alencar è stato un romanziere, drammaturgo, giornalista, avvocato e politico brasiliano. L’infanzia del piccolo Josè fu caratterizzata dalle lunghe letture di vecchi romanzi alla madre e alle zie, dal contatto con gli scenari della vita sertaneja e, soprattutto, dalla trasmissione del sentimento nativista da parte del padre rivoluzionario. Creò la rivista “Ensaios Literários” mentre studiava alla Facoltà di Giurisprudenza di San Paolo, dal 1846 al 1850. La vita politica inizia nel 1860, quando Alencar diviene deputato dello Stato del Ceará. L’autore apparteneva al Partito Conservatore. Nel 1868 divenne Ministro della Giustizia. Non potendo seguire le orme del padre in Senato, iniziò a investire nella letteratura, lasciando da parte la politica.
Per cosa si distinsero le sue opere?
Come anticipato, i testi dello scrittore sono una lente sulla cultura indigena, temi cari al popolo brasiliano, legende, poemi ed anche temi letterari e di filologia.
Evento marcante della vita del giovane Alencar fu un viaggio che fece con i genitori tra il 1837 e il 1838: il giovane, partendo dal Cearà, giunse a Bahia attraversando tutto l’entroterra. Quei paesaggi influenzarono più tardi la sua opera. Altra caratteristica importante era l’analisi psicologica in special modo dei personaggi femminili di cui analizzava, così, il mondo interiore. Attraverso questa prospettiva, l’autore anticipò le caratteristiche della scuola realista che seguì il Romanticismo di cui ne fu uno dei maggiori rappresentanti nonché della corrente letteraria indigena. Come scrittore romantico, José de Alencar ha scritto una varietà di opere di generi diversi lasciando importanti romanzi indianisti, storici, regionalisti e urbani.
L’autore si distinse nel panorama letterario in quanto apportò alla letteratura brasiliana le principali realizzazioni in prosa indianista: O Guarani, Iracema e Ubirajara. La figura dell’indio era idealizzata, rappresentando, così, l’origine del popolo brasiliano. L'”uomo bianco” diventava un personaggio corrotto dal mondo civilizzato, mentre l’indigeno era un esempio di valenza e virtù, il cosiddetto “buon selvaggio”
Inoltre, scrisse il primo romanzo storico brasiliano “As Minas de Prata” e romanzi regionalisti come “O Sertanejo” e “O Gaúcho“, che riproducono usi e costumi tipici e folcloristici.
A questi si aggiungo poi i romanzi urbani ambientati nella società di Rio de Janeiro durante il Secondo Impero come “A Viuvinha“, “Senhora“, “Lucíola” e “Encarnação“.
L’interesse e la partecipazione alla vita politica lo esposero anche a molte critiche. Venne infatti costantemente attaccato da giornalisti e critici letterari in merito ai suoi scritti. A sua volta egli decise di criticare il genere epico sotto lo pseudonimo Sênio spiegando perché fosse inadeguato all’espressione dei sentimenti legati ai brasiliani e alla forma di una letteratura nascente.
L’autore considerava più adeguata la novella. Anche la sua partecipazione alla politica brasiliana fu causa di aspre critiche nonché dissapori con l’imperatore Pedro II e ciò comportò, nel 1870, l’allontanamento definitivo di José de Alencar dalla vita politica. Nel 1876 fu con tutta la famiglia in Europa, dove si sottopose a cure per un male che già da anni lo affliggeva, la tubercolosi. Vano fu il tentativo: José de Alencar morì quarantottenne, un anno più tardi, nella città carioca.
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di Roberta Gasbarrone