Clicca qui per leggere l’articolo in spagnolo
Partiamo da una poesia di César Antonio Molina
En la noche siega la hierba de oro.
Siluetas perdidas viven de su vida,
como yo,
y las estrellas fugaces
que van cual surco abierto
en la espuma del mar tras los buques.
Se diría que su ojo, al que ilumina la esperanza,
también brilla eterno en la otra orilla.
Facendoci ispirare da questi affascinanti versi, oggi parleremo di un vero e proprio gioiello della capitale della Galizia: la Torre d’Ercole.

La Torre d’Ercole è il faro più antico del mondo ancora funzionante ed è anche il terzo più alto della Spagna. Inserito nel Patrimonio dell’Unesco nell’anno 2009, questo faro ha avuto vari utilizzi nel corso dei secoli. Nel passato era utilizzato principalmente per aiutare le navi ad allontanarsi (o avvicinarsi) dal porto, in epoca medioevale ricoprì la funzione di fortificazione e oggi, oltre ad essere una grandissima attrazione turistica, è ancora di grande aiuto per i marinai.
La torre è alta 57 metri e per arrivare in alto bisogna salire ben 284 scalini di una scala a chiocciola, escalera de caracol que se enrosca por el interior del faro, per dirlo con le parole della celeberrima scrittrice Emilia Pardo Bazán. La fatica, però, è ben ricompensata: dalla cima del faro si può osservare infatti tutta la citta di A Coruña.
Quali sono le origini del faro?
“El (…) origen, según anticuarios muy doctos, se pierde en las tinieblas de edades, para Galicia, rigurosamente prehistóricas, y según otros, procede de la dominación latina”
Queste le parole della già citata Pardo Bazán che, nella sua opera De mi tierra, dedica alcuni paragrafi proprio alla Torre d’Ercole. Clicca per leggere il testo per intero

In effetti, il nome della torre è già di per sé indicativo e, allo stesso tempo, evocativo.
Secondo la mitologia esisteva un gigante di nome Gerione che governava i territori compresi tra il Tajo e il Duero. Ercole, dopo tre giorni di lotta, riuscì a sconfiggere il mostro. Successivamente, fece tagliare la sua testa e la seppellì: al di sopra di essa fece costruire il famoso faro galiziano.
La storia, invece, parla chiaro. Anzi, chiarissimo.
Leggiamo questa iscrizione votiva che si può trovare nella torre:
MARTI AVG. SACR.
C. SEVIVS LVPVS
ARCHITECTVS AEMINIENSIS
LVSITANVS EX .VO
Grazie a questo breve testo, oggi sappiamo che il faro fu costruito in onore del Dio Marte e che l’architetto che se ne occupò fu un portoghese, per la precisione della città di Coimbra, di nome Gaio Sevio Lupo, per compiere una promessa.
Un’unicità nel suo genere: di tutti i fari di origine romana, solo di questo conosciamo l’architetto.

La mitad invisible de la torre de Hércules
Questo il titolo di un interessante documentario prodotto dalla RTVE PLAY. Pubblicato in data 15 novembre 2015, il prodotto multimediale offre ai fruitori delle importanti informazioni circa la Torre d’Ercole e cerca di svelarne anche gli aspetti più nascosti e meno conosciuti.
In particolare, apprendiamo che alla base del faro si trova una serie di reperti, riordinati nell’anno 1992. Proprio tra queste vestigia è stata fatta una scoperta sbalorditiva: gli archeologi credono di aver individuato la pietra che nell’antichità sottostava al faro, da cui fuoriusciva la fiamma che lo alimentava.
Chiunque decida di dedicare un po’ del proprio tempo guardando il documentario, potrà ascoltare con le proprie orecchie l’intervista all’ultimo guardiano analogico del faro, il signor Pedro Pasantes. Nonostante l’evoluzione inarrestabile della tecnologia, Pedro Pasantes è fermamente convinto del fatto che nessun GPS potrà sostituire un faro. Ecco le sue parole: “Mientras haya barcos, siempre habrà faros”.
Se sei interessato, clicca per scoprire di più
Solo la Torre?
Chi visiterà la Torre d’Ercole avrà anche l’opportunità di passeggiare per un grande parco che circonda il faro. In questo spazio verde, i visitatori troveranno una serie di opere architettoniche alcune delle quali realizzate dallo scultore e artista Manolo Paz. Classe 1957, lo scultore è dal 2011 membro permanente della Real Academia Gallega de Bellas Artes.
Curiosità. Sapete come Pablo Picasso chiamava la Torre d’Ercole?
Torre del caramello

Così il pittore denominava l’imponente torre galiziana. In effetti, il celebre pittore trascorse parte della sua giovinezza proprio a La Coruña (vi si trasferì con la famiglia nel 1891, poiché il padre era stato assunto come professore di arte), dove frequentò l’accademia di Belle Arti. Ovviamente, anche la torre d’Ercole è stata oggetto del suo interesse artistico.
Per concludere. Due parole su La Coruña
Concludiamo il nostro articolo dando qualche informazione su A Coruña, città che appunto ospita il famoso faro.
Con i suoi 250 mila abitanti (circa), A Coruña si estende per 37,83 km quadrati e ha un’altitudine di 13 metri sul livello del mare.
Oltre alla Torre d’Ercole, in questa città è possibile ammirare molte bellezze architettoniche, tra cui la chiesa di San Nicolás, la casa consistorial e la chiesa di Santa María del Campo.
di Beatrice Venettilli