La traduzione, l’amore travagliato di tutti i linguisti. Andiamo a scoprire 4 parole chiave dei Translation Studies

Il celeberrimo scrittore portoghese José Saramago (1922-2010) una volta disse: .

“Gli scrittori fanno la letteratura nazionale, mentre i traduttori fanno la letteratura universale”.

Spesso, avere accesso a romanzi, articoli e poesie tradotte nella nostra lingua ci appare un evento di una naturalezza indiscutibile. Basta entrare in una libreria, nella sezione classici stranieri – e non solo- per osservare un grande numero di copertine con titoli in italiano di autori stranieri. Tanto per citare qualche esempio: Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez, Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini oppure Il ritratto di Dorian Gray dell’esteta Oscar Wilde.

Ciò che ci ritroviamo davanti leggendo questi titoli è in realtà il frutto di minuzioso lavoro volto a riprodurre più o meno fedelmente un concetto, una storia o un’esperienza da una lingua straniera alla nostra. La certosina attività, appunto, di chi ha il compito di creare quella letteratura universale a cui Saramago faceva riferimento.

In effetti, il verbo “tradurre” deriva dal latino traducĕre, ossia trasportare, trasferire: portare un testo da una lingua a un’altra.

Indipendentemente dalle convenzioni personali di ognuno, se sia più giusto, per esempio, seguire il metodo della visibilità o dell’invisibilità del traduttore, questo articolo ha lo scopo di fare chiarezza su alcune questioni strettamente relazionate al processo traduttivo.

In particolare, ci soffermeremo su quattro concetto fondamentali.

Traduzione testuale: un concetto nuovo?

Se la traduzione, di per sé, è un’attività più che antica (si pensi, ad esempio, ai grandi pensatori del passato che hanno espresso le loro idee circa la traduzione, come Cicerone o San Gerolamo), è pur vero che i linguisti, nel corso dei secoli hanno innovato e innovano alcune tecniche ed elaborano nuovi concetti per realizzare traduzioni in modo sempre più consapevole.

Parlando della “traduzione testuale”, iniziamo col dire che è stato Peeter Torop, semiologo estone, a coniare questa espressione.

Famoso per il suo saggio La traduzione totale (1995), Torop asserisce che per “traduzione testuale” si intende il primo passo di qualsiasi traduzione.

La traduzione testuale è quindi la trasformazione di un testo in un altro testo: da un testo A a un testo B; da una lingua A a una lingua B; da un codice A a un codice B.

Ma da cosa si parte? Cosa si traduce per primo?

L’unità più piccola che può definirsi traducibile è la cosiddetta “unità traduttiva”.

Concretamente, può essere rappresentata da un’unica parola –un sostantivo, un aggettivo, un pronome-, da un accostamento di più parole o addirittura da una frase.

L’insieme di tutte le unità traduttive formano un prototesto.

Cos’è nello specifico un prototesto?

Il gradino successivo da considerare quando ci si accinge a tradurre un qualsiasi testo è il concetto di prototesto. Il linguista cecoslovacco Popovič (1933-1984), grande appassionato di traduttologia, definì il prototesto con queste parole: “soggetto di continuità intertestuale, testo originario, modello primario”.

Per dirlo in parole povere, per realizzare cioè una traduzione intralinguistica –è incredibile come la traduzione faccia parte integrante della vita quotidiana-, il prototesto è il testo di partenza, ovvero quello da tradurre in un’altra lingua.

Come si definisce, invece, un testo che è stato tradotto?

Fa rima con prototesto: è il metatesto.

Secondo il dizionario di italiano Hoepli, il metatesto è un testo che contiene altri testi o che a essi allude.

In traduttologia, invece, il metatesto è il punto d’arrivo di ogni processo traduttivo. Anche in questo caso, il termine “metatesto” è stato coniato da Peeter Torop. 

Leggendo il metatesto sarà possibile verificare quali tecniche il traduttore abbia preferito mettere in campo –la già citata visibilità/invisibilità, tanto per citarne una-. 

Per concludere. Cosa pensa Italo Calvino della traduzione?

Appare interessante concludere questo articolo con le parole del famoso autore italiano Italo Calvino (1923-1985) circa l’importanza della traduzione e della figura del traduttore:

“Senza la traduzione, sarei limitato tra i confini del mio Paese. Il traduttore è il più importante alleato. È il traduttore che mi introduce al mondo”.

di Beatrice Venettilli

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