Per la rubrica di approfondimento linguistico, in collaborazione con Pillole di linguistica ci dedicheremo ad approfondire in chiave linguistica alcuni concetti chiave dello studio della linguistica, a cura di Jusy di Pillole di linguistica, a cui seguirà un approfondimento del tema nel mondo lusofono e ispanofono curato da Lusofilia.
L’argomento dell’articolo di oggi sono le cosiddette lingue speciali, con un approfondimento sul linguaggio dei narcos per quanto riguarda il contesto ispanofono.
Ma capiamo prima cos’è una lingua speciale in linguistica…
Una lingua speciale, in termini propriamente linguistici è una varietà diafasica perché la si usa solo in determinate situazioni comunicative. In altre parole, possiamo dire che una lingua speciale è una lingua che riflette generalmente un sapere specialistico condiviso da una minoranza di esperti, favorendo la comunicazione all’interno del gruppo.
Come vedremo qui di seguito, l’espressione lingua speciale è un termine cappello che racchiude anche i linguaggi settoriali e i gerghi.
La lingua speciale si differenzia dalla lingua comune per una caratteristica molto importante: la monosemia. Infatti, le lingue speciali stabiliscono un rapporto preciso tra parole e cose, mentre la lingua comune è, per sua natura, polisemica.
Il livello di monosemia delle parole di una lingua speciale è un buon indicatore della sua tecnicità, ossia più una lingua è monosemica, più è una lingua con un alto grado di tecnicità.
I tecnicismi, infatti, sono termini peculiari che ricorrono solo in un determinato ambito. Le lingue speciali che hanno un alto grado di tecnicità sono ad esempio la lingua della matematica, della medicina, mentre la lingua del diritto e dell’economia hanno un basso grado di tecnicità.
Ci sono poi lingue costituite dalla somma di elementi tratti da diversi campi del sapere, come la lingua della pubblicità e dei giornali, nelle quali troviamo termini che derivano, ad esempio, dal lessico dell’economia, della burocrazia e dello sport.
Accanto all’espressione lingua speciale troviamo quella di linguaggio settoriale.
I linguaggi settoriali sono così chiamati perché propri di un ambito specialistico, identificano quindi la stessa cosa, ma c’è da dire che il termine linguaggio risulta più appropriato quando si parla di una lingua speciale che non usa solo il codice verbale, ma anche altri tipi di comunicazione. Ad esempio, nel linguaggio della chimica sono compresenti l’elemento verbale, l’elemento logico-simbolico e quello grafico.
A proposito di linguaggi settoriali si può sentir parlare anche di gerghi professionali e di mestiere per l’uso di termini ed espressioni tipici di certi ambienti di lavoro, ad esempio, hanno gerghi propri fabbri, vasai, soldati, pescatori.
I gerghi, più propriamente, sono varietà ristrette nell’uso e nei parlanti all’interno di una comunità. Sono quindi peculiari di un gruppo ben definito, ma la caratteristica principale che li differenzia dalle lingue speciali è la componente di artificialità del lessico. Il lessico, pur basandosi su una varietà di uso corrente, può essere, infatti, del tutto artificiale e inventato dai componenti del gruppo.
Ma i gerghi hanno principalmente una funzione sociale: escludono dalla comunicazione chi non fa parte del gruppo e rafforzano il senso di identità e di appartenenza al gruppo.
Nella letteratura ci si riferisce ai gerghi anche con l’espressione di ‘lingue speciali’ o, più generalmente, ‘gerghi’ e equivalenti: ingl. jargon, slang, fr. jargon, argot, russo žargon, port. calão, giria, sp. jerigonza.
All’interno del mondo di lingua spagnola, un esempio di lingua speciale che negli ultimi sta sempre più entrando nelle case di tutto il mondo (grazie a Netflix) è sicuramente quella dei narcos. Ma cosa si intende con lingua dei narcos?
Negli ultimi anni, la produzione di serie tv sul mondo del narcotraffico latino-americano è stata tra i generi più amati e apprezzati in tutto il mondo. Sebbene (soprattutto per l’italiano) la maggior parte di queste seri TV siano state doppiate in molte lingue, spesso le scelte linguistiche dei produttori sono di integrare, anche nelle versioni tradotte, delle parole in lingua spagnola, così da mantenere il contatto con le parole e le espressioni usate nel linguaggio parlato dai narcotrafficanti.
Questa scelta linguistica (molto interessante) ci permette, prima di tutto, di capire quanto la terminologia criminale si sia infiltrata tanto nella spagnolo d’America, in particolar modo nello spagnolo del Messico tanto che espressioni tipiche del gergo narcos oggi sono usate quotidianamente da molti messicani (con accezioni diverse).
Come sostiene il linguista Luis Fernando Lara
“Este crecimiento tan grande de la drogadicción en México ha producido un vocabulario nuevo del crimen y nuestra obligación es incluirlo“
Questo ha fatto sì che la Academia de la Lengua de México abbia incluso nel dizionario dei termini che prima erano considerati proibiti perché rimandavano direttamente ad uno specifico gruppo di persone. Difatti, quelle parole in codice e simboliche scritte sui cartelli o in giro per le strade sono permeate nel linguaggio quotidiano dello spagnolo d’America al punto che i cosiddetti “narcos vocabolos” sono quasi diventati una moda. Il gergo narcos si è ormai così normalizzato da essere diventato un linguaggio colloquiale non più circoscritto ad uno specifico gruppo di parlanti.
Andiamo quindi a scoprire qualche espressione o parola tipica della lingua speciale dei narcos, pretendo spunto dal piccolo dizionario di narco modismo di BBC News-Mundo.
- Andar grifo: essere drogato, fumato;
- Ajo o comida saladita: LSD;
- Arponear: iniettare;
- Bazuko: sigaro che mischiamarihuana con altre droghe;
- Buchón: narcotrafficante novellino o che pecca di ostentazione;
- Cremita, azuquítar o talco: cocaína;
- Encobijado: cadavere avvolto in un telo, dopo essere stato ucciso;
- Levantados: persone sequestrate dal narcotraffico;
- Mostaza, queso, juanita: marihuana;
- Motorolo o pacheco: consumatore di droga;
- Parna: distributore di droga di buona qualità;
- Special K: droga a base di ketamina;
- Tachas o chochos: pasticche;
- Traquetear= attività di narcotraffico;
- Traqueto= narcotrafficante;
- Tombo= poliziotti corrotti da Escobar e quindi suoi complici infiltrati;
Alcune espressioni
- Coronar la vuelta= completare una spedizione di droga (vuelta);
- Ser un sapo= essere un traditore;
- Dar piso, quebrar, poner a chupar gladiolo= diverse espressioni per uccidere;
- Plata o plomo= è tra le espressioni più famose di Pablo Escobar. E’ la celebre frase che usava nelle negoziazioni con autorità, politici e militari. La plata indica il denaro alludendo quindi alla scelta di farsi corrompere con i soldi. Se non si accettava la plata, l’altra opzione era el plomo, il piombo, quindi l’essere ucciso;
Questa diffusione del gergo narcos nello spagnolo non può che farci riflettere su una questione socioculturale controversa. In particolar modo negli ultimi anni, con la rinascita del personaggio del narcos e nello specifico di Pablo Escobar il mondo del narcotraffico è stato, in un certo qual modo, idealizzato diventando oggetto di fascinación y contagio da parte dei giovani latinoamericani.Come sostiene lo scrittore Élmer Mendoza”Me queda claro que es por la fascinación”, opina Mendoza. “He estado en espacios donde es un orgullo conocer un código propio de las bandas”.
di
di Jusy de Simone (per la parte di approfondimento linguistico)
di Veronica Pietronzini (per la parte di approfondimento sul linguaggio dei narcos)