29 settembre 1574: ricordiamo la nascita di Miguel de Cervantes 

Il 29 settembre ricordiamo la nascita di Miguel de Cervantes.

Gli studiosi fanno risalire la nascita del celeberrimo scrittore Miguel de Cervantes Saavedra al 29 settembre del 1547. Poiché egli ci ha lasciato davvero tanto, un patrimonio letterario immenso, ci sembra giusto, in occasione del suo compleanno, ringraziarlo parlando un po’ di lui attraverso questo articolo.

Quanto ne sappiamo della vita di Miguel de Cervantes?

Miguel de Cervantes nacque nell’anno 1547 ed era figlio di un medico. Ebbe modo di studiare assieme al letterato Juan López de Hoyo e, per motivi ancora oggi sconosciuti, dovette abbandonare la Spagna. Si recò dunque in Italia dove poté entrare in contatto con i grandi della letteratura. Poco dopo entrò nella marina e combatté nella famosa battaglia di Lepanto, all’età di ventiquattro anni.

La Battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, durante la guerra di Cipro tra le flotte musulmane dell’Impero Ottomano e le flotte cristiane della Lega Santa guidate da don Giovanni d’Austria. La Lega Santa riuniva le forze navali cristiane formate principalmente dalla Repubblica di Venezia e l’altra metà composta congiuntamente dalle galee dell’Impero spagnolo, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova. 

Molti storici sono concordi nel riconoscere che gran parte del merito della sua vittoria debba essere ascritta a Sebastiano Venier, 75enne Duca di Candia, e “general de mar” della repubblica di Venezia, oltre che allo sforzo Politico di Marcantonio Colonna, comandante pontificio, che fu in grado di smussare i contrasti tra Spagna e Venezia mantenendo l’unità d’intenti della flotta. 

Durante la battaglia, lo scrittore Miguel perse la sua mano sinistra e, a partire da quel momento, venne soprannominato el manco de Lepanto

Tra l’altro, Cervantes fa riferimento a questo importante avvenimento storico nella seconda parte del Don Quijote, in particolare nel Prólogo, dove egli si sente particolarmente orgoglioso di aver partecipato alla battaglia:

la más alta ocasión que vieron los siglos pasados, los presentes, ni esperan ver los venideros”.

E, sulla sua condizione fisica, scrive:

Lo que no he podido dejar de sentir es que me note de viejo y de manco

Successivamente lavorò in Andalucía e, successivamente, servì nella corte di Valladolid. Già in quel periodo Cervantes aveva riscosso successo grazie alla pubblicazione della prima parte del Don Quijote. Nel 1606 si trasferisce a Madrid per seguire la corte di Filippo III di Spagna.

Fu questo il periodo più prolifero per Cervantes: scrisse copiosamente, dedicandosi principalmente al genere del romanzo e del racconto breve. Qui alcuni titoli delle sue opere in prosa: La Galatea (1585), El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha (1605), Novelas ejemplares (1613), Viaje del Parnaso (1614), Segunda parte del ingenioso caballero don Quijote de la Mancha (1615).

Bisogna ricordare che Cervantes si dedicò anche alla poesia e al teatro.

Nell’anno 1616 morì, all’età di sessantotto anni.

La sua tomba si trova nel Convento de las Trinitarias Descalzas di San Idelfonso, nella capitale spagnola.

Un po’ di letteratura: chi non ha mai sentito parlare di Don Quijote?

Senza spoilerare più di tanto, ci dedicheremo ora a qualche dettaglio circa la trama del famoso romanzo di Cervantes. 

En un lugar de la Mancha, de cuyo nombre no quiero acordarme, no ha mucho tiempo que vivía un hidalgo de la lanza en astillero, adarga antigua, rocín flaco y galgo corredor”.

Così si apre il famosissimo romanzo di Miguel de Cervantes, che narra la storia di Alonso Quijano, uomo di cinquant’anni che perde totalmente la ragione dopo aver letto una grandissima quantità di libri i cui protagonisti sono cavalieri. Alonso, infatti, inizia a credere di essere egli stesso un cavaliere il cui ruolo è quello di salvare il mondo dalle ingiustizie.

Alonso inizia dunque ad avere una immagine totalmente distorta della realtà: la donna di cui è innamorato diventa, ai suoi oggi, una principessa (che egli stesso denominerà Dulcinea del Toboso), il suo debole cavallo si trasforma in un robusto corsiero. Cambierà anche il suo nome da Alonso Quijano a Don Quijote. Decide anche di nominare un leale compagno di viaggio per le sue avventure alla volta della giustizia: il celebre Sancho Panza al quale promette oro e terreni ma che invece vivrà principalmente una lunga serie di disavventure.

Analizziamo ora una delle avventure più famose dell’hidalgo spagnolo.



Un po’ di letteratura: chi non ha mai sentito parlare di Don Quijote?

Senza spoilerare più di tanto, ci dedicheremo ora a qualche dettaglio circa la trama del famoso romanzo di Cervantes. 

En un lugar de la Mancha, de cuyo nombre no quiero acordarme, no ha mucho tiempo que vivía un hidalgo de la lanza en astillero, adarga antigua, rocín flaco y galgo corredor”.

Così si apre il famosissimo romanzo di Miguel de Cervantes, che narra la storia di Alonso Quijano, uomo di cinquant’anni che perde totalmente la ragione dopo aver letto una grandissima quantità di libri i cui protagonisti sono cavalieri. Alonso, infatti, inizia a credere di essere egli stesso un cavaliere il cui ruolo è quello di salvare il mondo dalle ingiustizie.

La lotta contro i mulini a vento: non solo un’avventura ma anche un modo di dire

Il capitolo dedicato alla famosa lotta tra Don Quijote e i mulini a vento inizia così:

Del buen suceso que el valeroso don Quijote tuvo en la espantable y jamás imaginada aventura de los molinos de viento, con otros sucesos dignos de recordación”.

Il protagonista ha qui una strana visione in quanto scambia i mulini per dei giganti e decide di combatterli:

La aventura va guiando nuestras cosas mejor de lo que acertáramos a desear; porque ves allí, amigo Sancho Panza, donde se descubren treinta, o poco más, desaforados gigantes, con quien pienso hacer batalla y quitarles a todos las vidas, con cuyos despojos comenzaremos a enriquecer; que ésta es buena guerra, y es gran servicio de Dios quitar tan mala semiente de sobre la faz de la tierra”.

Questo episodio, oltre ovviamente a evidenziare la visione distorta del mondo di Don Quijote è anche il simbolo della impossibilità e dell’inutilità di imprese che, alle volte, intraprendiamo e che non hanno possibilità di riuscita.

La lotta di Don Quijote contro i mulini a vento rappresenta perciò la battaglia contro le illusioni, contro tutto ciò che non ha fondamento. 

È interessante sapere che i mulini a vento di don Quijote esistono davvero a Consuegra, nella provincia di Toledo. Per saperne di più: Clicca qui 

di Beatrice Venettilli

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