Pillole di linguistica: le famiglie linguistiche. Di che famiglia sono spagnolo e portoghese?

Per la rubrica di approfondimento linguistico, in collaborazione con Pillole di linguistica ci dedicheremo ad approfondire in chiave linguistica alcuni concetti chiave dello studio della linguistica, a cura di Jusy di Pillole di linguistica, a cui seguirà un approfondimento del tema nel mondo lusofono e ispanofono curato da Lusofilia.

L’argomento dell’articolo di oggi sono le cosiddette famiglie linguistiche, ovvero la classificazione delle diverse lingue in gruppi di lingue che abbiano elementi in comune.

Per famiglia linguistica s’intende un gruppo di lingue genealogicamente imparentate tra loro, cioè lingue che si possono ricondurre storicamente ad una protolingua comune, vale a dire che hanno una lingua madre in comune.

Il termine famiglia linguistica, in senso stretto, indica lingue che sono molto vicine tra loro come le lingue germaniche o le lingue romanze, in senso lato si riferisce a un gruppo linguistico la cui parentela genealogica può venire dimostrata, come le lingue indoeuropee (l’indoeuropeo, infatti, non ha testimonianze scritte, ma viene ricostruito sulla base della comparazione tra lingue indoeuropee). 

Il grado di parentela linguistica tra lingue della stessa famiglia si basa generalmente su elementi di tipo fonologico, morfologico, semantico che derivano dalla protolingua. Tradizionalmente il rapporto di parentela tra lingue o gruppi di lingue appartenenti alla medesima famiglia viene rappresentato dal cosiddetto albero genealogico, modello proposto dal linguista August Schleicher

La classificazione linguistica tramite la rappresentazione dell’albero genealogico non è l’unica. Infatti, le lingue posso essere classificate per genealogia o tipologia. 

La classificazione genealogica, che qui ci interessa, è propria della linguistica storico-comparativa, che ha come scopo proprio quello di individuare i rapporti di parentela tra le lingue stesse grazie alla comparazione. La comparazione è quell’operazione che permette di verificare tramite il confronto di elementi fonologici, morfologici e lessicali se le corrispondenze che si registrano tra le lingue non sono casuali, e quindi sono di carattere storico, in questo caso le corrispondenze non casuali rinvieranno ad una lingua madre comune. 

Tuttavia, a volte il rapporto di parentela può essere offuscato da fenomeni storici di contatto con altre lingue e culture, in seguito ai quali si verificano dei prestiti linguistici o dei calchi, ad esempio, i termini latini entrati nelle lingue germaniche le quali si sono originate, invece, dal protogermanico (ad esempio, sono lingue germaniche l’inglese e il tedesco).

Il latino è però la lingua madre delle lingue romanze, nello specifico il latino volgare. 

L’italiano fa parte della famiglia romanza insieme a francese, spagnolo, portoghese, romeno e altre lingue come gallego, catalano, provenzale, ecc.

Grazie alla discendenza comune, queste lingue presentano affinità tra loro e, allo stesso tempo, con il latino. Ovviamente, nel corso del tempo, queste lingue si sono evolute e allontanate sia tra loro sia dal latino.

Le famiglie linguistiche sono alla base, quindi, delle somiglianze tra lingue. Tale parentela, a livello didattico, sono degli elementi di facilitazione allo studio. Ciò significa che un francese avrà maggior facilità ad imparare l’italiano o il rumeno, rispetto al russo o al cinese.

Facilmente comprensibile. Ma vediamo in termini linguistici perché questo accade.

In primis (e cosa non scontata) l’alfabeto. Se si studiano lingue facenti parte della stessa famiglia della propria lingua madre, l’alfabeto sarà comune. Così un rumeno legge facilmente il portoghese avendo (più o meno) le stesse lettere. Ovviamente ogni alfabeto ha sviluppato poi delle sue particolarità.

Gli esempi sono molti. Pensiamo alla cediglia del francese e del portoghese o alla j che si pronuncia in modo molto diverso tra spagnolo e portoghese.

A questo si aggiungono questioni fonologiche e fonematiche. Tendenzialmente lingue della stessa famiglia hanno molti suoni in comune. Non tutti ovviamente, ma una buona parte.

Ultimo, ma non ultimo le prossimità lessicali. Capita spesso di notare come italiano, spagnolo, francese, portoghese e rumeno abbiano delle parole simili, cosa che, in un processo di apprendimento facilita molto lo studio.

Questo breve e semplicissimo excursus didattico all’interno della famiglia delle lingue romanze ci deve far riflettere sull’importanza delle prossimità linguistiche quando si decide la lingua di studio. Tuttavia, lo studio di una lingua affine non è necessariamente garanzia di facilità di studio.

Ogni lingua mantiene le sue peculiarità.

di Jusy de Simone (per la parte di approfondimento linguistico)

di Veronica Pietronzini (per la parte di approfondimento sulle lingue romanze)

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