Tra lotta e danza, la capoeira come sistema di difesa

In molti film, canzoni, testi letterari e arte troviamo la capoeira, questa disciplina completa, particolarmente famosa per i suoi colpi e movimenti circolari e che mescola danza, autodifesa e musica.

Il gioco e la comunicazione sono al centro di quest’arte, scopriamo in che modo…

Quali sono le sue origini? 

La prima cosa a cui pensiamo quando sentiamo parlare di capoeira è il suo legame con la schiavitù africana.

Ma è veramente così?

Attraverso un’analisi linguistica del termine scopriamo che “capoeira” (CAÁPUÉRA) è un termine derivato dalla lingua tupì usato per designare “ciò che fu un campo“, attraverso la connessione dei termini ka’a (“uccide”) e pûer (“che fu”). Allude alle aree forestali poco profonde all’interno del Brasile, dove si svolgeva l’agricoltura indigena e dove vi si nascondeva tra la fitta vegetazione per sviare dal controllo dei capitães-do-mato. Tuttavia, questa denominazione appare per la prima volta negli scritti storici della Guerra dos Palmares. A quel tempo (XVII secolo), approfittando della confusione generata dalle invasioni olandesi, migliaia di schiavi fuggirono dalle fattorie, creando dei Quilombos. Mentre i Quilombos reclutavano uomini liberi, i portoghesi tentavano in tutti i modi di recuperarli. Questa caccia all’uomo si risolveva spesso in scontri molto violenti.

Durante la prima ondata di migrazioni buona parte degli schiavi proveniva dall’Angola, all’epoca colonia portoghese. La capoeira veniva anche detta “danza della zebra” perché alcuni passi ricordano i movimenti dell’animale. Venne introdotto come rito di passaggio all’età adulta in cui due sfidanti dovevano dimostrare la loro virilità a colpi di calci. La sfida viene scandita dal ritmo creato dal battito di mani e dalle percussioni di chi assiste. Nel corso del tempo, nel Brasile coloniale questa danza a cui venne dato anche il nome di “Engolo o Ngolo”, compariva nelle fattorie e nelle città dove gli schiavi la praticavano come potente sistema di autodifesa, trasformandosi nel tempo in una disciplina a metà tra lotta e danza. 

Con l’avvento della Repubblica, il maresciallo Deodoro da Fonseca, spinto dalla crescente ondata criminale, iniziò la lotta contro la capoeira. I praticanti della ” lotta danzante ” sono stati portati a Trindade Island per i lavori forzati. Il codice penale del 1890 prevedeva da due a sei mesi di reclusione in cella per i praticanti di “esercizio di agilità e destrezza corporale, noto con il nome di “capoeiragem”. Negli anni ’30 viene revocata la legge che ne vietava la pratica e vengono aperte le prime accademie a Salvador: la capoeira esce dalle strade, dalla marginalità e comincia ad essere insegnata e praticata al chiuso. 

Elementi fondamentali per praticare la capoeira

Gli esecutori usano i piedi, le mani e la testa per colpire gli avversari o abbatterli. Si basa sull’utilizzo del peso corporeo in un sistema di leve con le gambe e le braccia. La destrezza e l’agilità contano più della forza muscolare e si limitano a dimostrare la loro capacità di attaccare e difendere senza però raggiungere efficacemente gli avversari. Infatti la capoeira non si basa sui movimenti di forza, perché il brasiliano porta nella sua struttura gli elementi essenziali per essere agile, flessibile e imprevedibile nelle schivate. Fondamentale per praticare questa lotta danzante è la presenza di uno spazio circolare (la roda) formato da un numero indefinito di persone che cantano e battono il ritmo. All’interno due avversari si fronteggiano nei jogos”. La roda mette in scena tutti gli aspetti della capoeira: l’arte marziale, il carattere artistico con le “floreis” (acrobazie), la musica con canti e strumenti tipici. La roda è costituita da un gruppo di persone, uomini e donne inclusi un maestro, un caposquadra e i discepoli.

Altra modalità è la Samba de Roda, una capoeira senza regole fisse ma svolta in maniera libera e spontanea. 

I due strumenti musicali principali sono il berimbau, a corda, e il pandeiro, a percussione, seguiti dall’atabaque, l’agogo e il reco-reco.

In entrambi i casi il giocatore indossa un abada, pantalone de capoeira, e una maglietta bianca. 

Cosa insegna la capoeira? 

Oltre ad essere nata come lotta danzante per difendersi e per illudere gli oppressori che si trattasse solo di un innocuo passatempo attraverso la malice (artifici, strategie e trucchi immaginati durante il gioco per distrarre il partner e portarlo dove si vuole), la capoeira divenne anche veicolo di importanti insegnamenti. I canti erano portatori di messaggi quali consigli, allusioni, vita quotidiana, provocazioni, tradizioni, disavventure, miti e rivolta come un sistema rappresentativo dell’arte del doppio gioco. Inoltre il rispetto è alla base dello scambio all’interno della roda. Quando, infatti, entra un nuovo avversario, esso deve sempre attendere l’approvazione del giocatore nel lasciargli il suo posto insegnando il rispetto, la tolleranza, la convivialità.

I molteplici benefici

La concentrazione e l’equilibrio tra corpo e mente è, di certo, uno dei primi benefici. Infatti il controllo dei movimenti e l’attenzione posta ai movimenti dell’altro portano il giocatore ad avere un’alta concentrazione anche nella gestione del proprio corpo per non invadere lo spazio durante l’esibizione dell’avversario. Inoltre migliora la destrezza e l’elasticità e favorisce l’autonomia e il lavoro di gruppo nonché l’aver fiducia in sé stessi. Altro vantaggio è di migliorare la resistenza fisica, l’agilità e la coordinazione.  

di Roberta Gasbarrone

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