Lusofonia e multiculturalismo: la lingua portoghese come “janela para o mundo”

Lusofonia e multiculturalismo: la lingua portoghese come “janela para o mundo”

Lusofonia é una parola che sa racchiude il mondo poliedrico e plurale delle culture di lingua portoghese, facendo così del portoghese una lingua “janela para o mundo“.

Ma cosa intendiamo esattamente con lusofonia?

Con lusofonia si intende la comunità linguistica formata dai popoli e dalle nazioni che condividono la lingua portoghese. La lusofonia, come insieme di culture che si esprimono in portoghese, è uno spazio simbolico di intercomprensione.

Per identificare il valore del portoghese come lingua multiculturale non si può non partire dalla definizione di quello che intendiamo per lusofonia:

a prática e a teoria de se aceitar que os falantes e escreventes de língua portuguesa constituem uma comunidade linguística, nela reconhecendo, por via da língua, uma herança comum e um projeto cultural, político e económico que poderá também ser, cada vez mais, comum de oito países independentes, mais comunidades de emigrantes espalhadas pelo mundo

(Lola Geraldes Xavier)

In questo universo così variegato, si può concepire la lusofonia come uno spazio simbolico, sia linguisticamente che culturalmente, uno spazio costruito dall’intersezione di culture che si esprimono in portoghese. Si potrebbe tendere. verso un’idea di lingua di intercomprensione interna, ovvero esaltare il portoghese come un sistema di comunicazione che permette di “intercomprendersi” tra parlanti di varianti interne di uno stesso diasistema linguistico.

La lusofonia, in tal senso, si presenta, in termini identitari, come un mondo dal grande dinamismo, in continua scoperta e conoscenze di sé, alla ricerca di tutti gli elementi che uniscono e differenziano i vari territori di lingua portoghese. Si riconosce così una lusofonia che si legittimi nell’individuare i diversi ruoli che la lingua portoghese, con i suoi vari accenti, assume nei diversi territori.

Parafrasando quello che il filologo brasiliano Celso Cunha, nella seconda metà del XX secolo, sostiene in “Uma política do idioma” (1964) si può parlare di un’unica lusofonia fattibile, una lusofonia che sia contemporaneamente pluricentrica, o forse decentrata, marcatamente eterogenea, svincolata da rappresentazione culturali stereotipate, una lusofonia plurale. Sebbene siano innegabili degli elementi in comune, non bisogna cadere in generalizzazioni, omologando tutti i territori di lingua portoghese come culture affini, anzi il valore aggiunto della lusofonia è nell’esaltare la lingua, nelle sue varianti, come elemento di unione di territori e mondi così diversi tra loro.

In tal senso, è sbagliato parlare di una storia e una cultura comuni. A livello culturale, i diversi contesti storici e geografici contribuiscono infatti a rendere peculiare ogni cultura. Già di per sé, essendo la diffusione del portoghese basata su un sistema coloniale, non si può non notare come questi mondi siano di natura ibridi e molteplici: la nascita e formazione di un nuovo soggetto culturale africano o brasiliano si forma successivamente ad un dialogo tra l’Io e l’Altro in un binomio.

Possiamo così chiedersi se l’idea di lusofonia sia altro, non riducendo il tutto, in un’ottica che potrebbe tendere al neocoloniale, ad un’unica comunità di parlanti, in cui il Portogallo e la sua lingua ufficiale ne siano il principale collante. La lusofonia non può considerarsi come un processo di “homogeneização empobrecedora”, quanto più una fitta rete di fili dei più diversi colori e consistenze, molto affascinante nella sua eterogeneità, una rete capace di resistere alla riduzione del diverso in un’unità artificiale.

Nel tentativo di delineare cos’è la lusofonia, tuttavia non bisogna né esaltare troppo la centralità portoghese né tendere a derive postcoloniali. Così l’immaginario lusofono non è nulla di univoco, ma diventa l’immaginario di pluralità e diversità, una sintesi di tutti gli immaginari che parlano portoghese. Una visione interessante è quella della studiosa Maria Sousa Galito, la quale sostiene come quanto, nel futuro scenario della lingua portoghese, sia centrale l’idea di lusofonia, da intendere come un concetto linguistico che riesce ad abbracciare ben otto paesi sparsi per il mondo, enfatizzando così il suo valore di lingua veicolare, capace di riunire la cosiddetta diaspora lusofona.

La lusofonia è vastissima e ricchissima e proprio per questo l’obiettivo futuro deve essere quello di sfondare un muro, una barriera che la lingua, cultura (e letteratura) portoghese ha in Italia. Senza dubbio, un’idea di lusofonia pluricentrica e plurale sarà determinante per una prospettiva internazionale della lingua portoghese.

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